Che razza di libro! by Jason Mott

Che razza di libro! by Jason Mott

autore:Jason Mott [Mott, Jason]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791280284532
editore: NN
pubblicato: 2022-06-19T22:00:00+00:00


Dopo la morte del padre, la casetta in cui vivevano Nerofumo e sua madre era diventata più grande che mai.

Ed erano i vasti spazi vuoti che non c’erano mai stati prima a riempire la madre di Nerofumo di un’enorme tristezza. Ogni centimetro della casa era un luogo in cui una volta era esistito suo marito. Ogni sedia rimpiangeva la sua ombra. Ogni stanza anelava di essere riempita con la sua risata. Le grondaie della casa ululavano nel cuore della notte, quando il vento soffiava da sud, gemevano e chiedevano dove fosse andato. E in tutto questo la madre di Nerofumo faceva in modo che le sue braccia fossero costantemente occupate dal figlio. Lo abbracciava con una frequenza compulsiva e una disperazione singolare. Era come se non lo avesse mai tenuto stretto prima e temesse di non stringerlo mai più. Di notte dormiva nella sua stanza, per via del vuoto che ormai aveva preso dimora nella sua camera da letto.

Nerofumo la guardava e avrebbe voluto fare qualcosa per toglierle quella tristezza. Erano tante le lacrime da versare, adesso. I suoi singhiozzi lo svegliavano nel cuore della notte; lei era accanto a lui, dormiva e piangeva senza saperlo. Lui a volte restava lì a guardarla piangere nel sonno.

Nerofumo voleva liberare sua madre dalla tristezza. Ma soprattutto, voleva nascondersi dalla sua. Lo sentiva ai margini del suo mondo, quel dolore persistente, che lo tallonava come un predatore. Ma non era il dolore per la morte di suo padre, come si era aspettato. A dire il vero, non pensava molto a suo padre.

Non che non gli volesse bene. Nerofumo sapeva che gli voleva molto bene e a volte sentiva la sua mancanza. Ma a quanto pare, con il passare delle ore, la memoria di Nerofumo lasciava andare un po’ di suo padre. Era come se la sua morte fosse un peso troppo grande da sopportare per la sua mente, e quindi ci rinunciava, a poco a poco, nella speranza di salvarsi.

E il ricordo di suo padre, e della morte di suo padre, non era mai così lontano come quando Nerofumo si perdeva nel Non Visto. Ora ci riusciva a comando: spariva e diventava il Ragazzino Non Visto. E ogni volta che lo faceva, il dolore della perdita si allontanava un po’ di più. Tornava ricordando suo padre sempre meno. Tornava soffrendo, ma non più così tanto. Essere Non Visto gli stava salvando la vita, portandola via pezzo dopo pezzo.

C’erano anche altre distrazioni. Gente. Tanta gente.

Da quando suo padre era morto, la casa di Nerofumo era piena di gente, ogni giorno. Donne della chiesa che portavano cibo e condoglianze. Pregavano in cerchio, intrecciando le mani nere e chiedendo a Gesù di diventare il salvatore che aveva promesso di essere. C’erano canzoni tristi e promesse di giustizia, terrena e divina, e più di tutto il resto c’era la promessa che Dio aveva un piano per tutti e per tutto e che l’ultima cosa che doveva fare la madre di Nerofumo era essere triste.

«È fra le braccia di Dio» non mancavano mai di ripetere.



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